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Redazione
Come capire se il tuo capo ti controlla il pc
Non sono poche, al mondo, le persone che, per un motivo o per l'altro, hanno paura di essere controllate o,...
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on sono poche, al mondo, le persone che, per un motivo o per l'altro, hanno paura di essere controllate o, peggio ancora, spiate.
Con l'arrivo dei computer, poi, questa fobia si è incredibilmente amplificata, sino ad arrivare anche sul posto di lavoro.
Nonostante spesso questo tipo di paura sia del tutto ingiustificata (perché mai qualcuno dovrebbe interessarsi agli affari nostri?), sul posto di lavoro lo “spionaggio” potrebbe essere un problema serio ed effettivo. Questo perché ad essere spiata è più che altro la produttività dei lavoratori.
Proprio per aumentare la concentrazione dei dipendenti, in molti uffici alcuni siti ludici, tra cui i social network e piattaforme come Youtube, sono stati bloccati.
Se volete scoprire se il vostro capo vi spii o meno ci sono diversi metodi che potete utilizzare. Il primo è utilizzare il comando NetStat -ano tramite il prompt dei comandi: in questo modo potrete tranquillamente scoprire se qualcuno si è connesso al pc.
A ciò, per evitare che il capo metta troppo il naso nelle vostre questioni lavorative, potete aggiungere anche un buon firewall, magari gratuito, che blocchi le connessioni esterne. Al firewall è sempre bene affiancare un antivirus: se ne trovano molti su internet, sia a pagamento che gratis.
Un altro utile strumento potrebbe essere un anti-keylogger. I key logger sono programmi che permettono di comprendere cosa si stia digitando sulla tastiera: questi software sono pericolosissimi per la nostra privacy!
Volete inoltre evitare che il capo controlli la vostra cronologia internet? Niente di più facile: se avete paura di dimenticare di cancellarla ogni qualvolta spegniate il pc, ricordate che esiste sempre la possibilità di navigare in maniera anonima. Così facendo, state certi che nessuno potrà spiarvi.
Insomma, basta davvero poco per poter evitare che il capo, in ufficio, eviti di invadere troppo la privacy, no?
[foto: articles.informer.com]