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Prestiti personali fra parenti: ora si dichiarano al fisco

Non sempre per prestiti personali si ricorre in banca o presso un istituto di credito o finanziarie. Molto spesso c’è...

N on sempre per prestiti personali si ricorre in banca o presso un istituto di credito o finanziarie. Molto spesso c’è un anziano, un genitore o uno zio che può venire incontro a spese improvvise o necessità temporanee. Una scelta legittima che però ha impensierito il Governo, giungendo a conclusioni che poco hanno a che fare con la generosità ma possono diventare motivo di transito di denaro in nero e non dichiarato perciò al fisco. Così la squadra di Renzi ha stabilito che – d’ora in poi - in primis occorre agire solo via bonifico bancario o assegno e che nella causale sia esplicita la ragione del prestito personale (regalo della mamma, donazione, regalo di nozze ecc.). Ma non basta. Per placare la caccia all'evasore (e solo in caso di somme considerevoli, ossia cospicue rispetto alla normale soglia di reddito del ricevente) occorre stipulare una scrittura privata – ergo, firmare un atto davanti ad un notaio che dovrà anche essere retribuito per questo – in una data specifica che segna il passaggio dei soldi fra chi presta e chi chiede il prestito. Un momento cruciale della transizione, seppur sia innocente e volontaria come tra un padre ed un figlio per la congrua paghetta mensile. I tecnici dell’Esecutivo vogliono vederci chiaro su varie forme di cessioni di soldi stabilendone la data precisa, come detto, la stessa che occorre comunicare per determinare da quando il ricevente abbia potuto modificare il suo status. Per indagare meglio sui prestiti personali è infatti d’obbligo dichiarare anche con una comunicazione elettronica via posta certificata all'Agenzia delle Entrate il giorno corrispondente all'atto sottoscritto fra le parti.     [foto: effemeride.it]